giovedì 24 settembre 2020

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sabato 4 maggio 2019

Granducato di lotta

Metasalute – il nuovo business dei sindacati ai danni dei lavoratori

Dal 25-11-2016, grazie al rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, ogni lavoratore di questa categoria è stato iscritto in modo coatto al fondo di sanità integrativa Metasalute. Sì, leggete bene, iscritto obbligatoriamente.
Invece di parlare di meno ore lavorative, di ritmi di lavoro meno stressanti, di sicurezza e migliori condizioni negli stabilimenti il contratto di categoria parla di sanità integrativa e ci elargisce, bontà sua, 13 euro mensili per un totale di 156 annui per beneficiare di piccoli privilegi per sé e per la famiglia, privilegi per modo di dire, dato che le prestazioni coperte sono già garantite dal Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e per tutti, e sono anche rimborsabili.
Fim, fiom e uilm barattano il salario accessorio spacciando per una conquista quello che già è nostro. La fiom si rifiutò di firmare ben due contratti nazionali, quello del 2011 e quello del 2013, demonizzando il fondo Metasalute, che vedeva l’iscrizione a discrezione del lavoratore; invece nel 2016 ha accettato e rilanciato l’iscrizione obbligatoria.
316 milioni all’anno: questa è la cifra per l’iscrizione obbligatoria a Metasalute, pari a 156 euro annui a lavoratore, una fetta consistente di salario, visto che l’aumento del 2017 è di miseri €1,77 lordi mensili. Per ognuno di noi metalmeccanici questi 156 euro all’anno finiranno in mani private, indipendentemente dall’adesione o meno dei lavoratori che guardano giustamente con diffidenza alla sanità privata.
Metasalute è un affare per tutti: per le aziende che hanno una decontribuzione e una detrazione pari alla metà se quei soldi fossero salario “vivo”, per i privati che lucrano sulle malattie dei lavoratori, per lo Stato che ha un’ulteriore scusa, come se ce ne fosse bisogno, per smantellare il servizio sanitario nazionale e abituare i lavoratori alla sanità privata a pagamento, prelevata direttamente dalle loro tasche. Ed è un bell’ affare anche per i sindacati, tramite gli enti bilaterali. Metasalute improvvisamente conta più di 1.200.000 di iscritti, non dispone di una sede fisica se non a Roma ed ogni servizio, da una prenotazione a un rimborso, deve essere richiesto online.  Il disservizio è garantito: chi non dispone di un PC o di una connessione Internet non saprà neanche come chiedere il rimborso.
Per risparmiare qualche briciola e andare nei loro studi medici convenzionati siamo disposti a barattare il nostro futuro? La nostra sanità pubblica?
Non aderire a Metasalute è una scelta di garanzia per la nostra salute e per il nostro futuro, che già prevede pensioni da fame, e per molti di noi malattie professionali acute e croniche. Figuriamoci se abbiamo i soldi per pagare la sanità privata. I padroni e Metasalute ci tolgono metà salute sul posto di lavoro e l’altra metà nelle strutture private.
La salute non è una meta ma un diritto di tutti e non può diventare merce di scambio nelle trattative contrattuali!
Occorre smascherare e rigettare la spinta verso la trasformazione del salario accessorio in beni di consumo, buoni spesa, convenzioni sanitarie, buoni benzina… vogliamo il salario che ci spetta, non l’elemosina dei padroni (per loro esentasse!).
Non possiamo non denunciare ancora una volta l’inadeguatezza delle burocrazie sindacali, che non fanno altro che regalie ai padroni. O si sta con i lavoratori o con chi li sfrutta, e la parabola della Fiom è rivelatrice. Allora non possiamo fare altro che combattere con tutte le forze queste politiche a danno di lavoratori, giovani e sfruttati, ben coscienti che tocca a noi lavoratori difendere i nostri interessi e non delegare la lotta ad un sindacato che per noi ha smesso di lottare.

venerdì 3 maggio 2019

Continua la saga di CL

Dietro i siti turistici una società coinvolta in uno scandalo

Il Comune di Siracusa ebbe tanta fretta di affidare alla Erga la gestione dell’Artemision, delle Latomie dei cappuccini, del Teatro comunale e dei giardini di Villa Reimann che la convenzione con il rappresentante legale della società, firmata il 21 ottobre 2015, portava la stessa data della determina del dirigente comunale del Settore contratti che proprio quella mattina aveva aggiudicato la gara in via definitiva. Non c’era un minuto da perdere evidentemente: i beni architettonici comunali andavano, secondo la Giunta Garozzo, subito privatizzati, a condizioni del tutto favorevoli alla Erga: incasso di biglietteria, libera organizzazione di eventi, valorizzazione secondo criteri indiscriminati e poi, gratis e senza limiti di consumo, le utenze di luce, acqua, telefono e gas tutte a carico del Comune insieme con la manutenzione straordinaria. Scaduta dopo tre anni, la convenzione è stata rinnovata in proroga mentre intanto la stessa Erga, ma sotto le insegne della Kairos, completava con la Diocesi, alle stesse condizioni concluse con il Comune, la pratica di affidamento dei siti turistici proprietà della Curia: le Catacombe e la chiesa di Santa Lucia, le Catacombe di San Giovanni, la chiesa di San Nicolò e la cattedrale.
Ma come è stato possibile l’exploit di un gruppo privato che a Siracusa è noto per essere rappresentato da Salvatore Sparatore (insegnante di Storia della Chiesa all’Istituto di Scienze religiose di Siracusa e ottimo amico di Garozzo e dell’attuale sindaco Italia) e da Enrico Jansiti (direttore generale della Siam e nome coinvolto in un’inchiesta della finanza per evasione fiscale) ed è stato capace di stabilire sulla gestione dei siti turistici un regime di monopolio assolutamente dominante? Dobbiamo fare un po’ di storia.
La Erga è una srl che viene fondata a Siracusa nel 2014 e si iscrive alla Camcom come agenzia di viaggi, dedita anche ad attività secondarie quali autonoleggio, servizi di biglietteria per eventi teatrali, promozione di manifestazioni turistiche. Non è specificata l’attività che diverrà quella principale, cioè la gestione di siti culturali pubblici. Il capitale sociale di 100 mila euro è diviso in quattro quote: la Kairos detiene il 10,5%, Sparatore il 17%, Jansiti, che è il rappresentante legale, il 27,5% mentre il rimanente 44,82 % è in mano a un’altra srl che si chiama Galt, la quale ha dunque la maggioranza relativa ed è quella cui la Erga fa ufficialmente riferimento. Ma chi è la Galt e a chi fa capo? Ed ecco le sorprese che portano alla fine a spiegare le buone entrature di cui la Kairos – ergo l’Erga – gode in sede diocesana.
La Galt, che ha versato per costituire la Erga 44 mila 822 euro, ha sede a Gerenzano, nel Varesotto, e si occupa di assistenza logistica alle aziende e di “marketing strategico e operativo”. Il 10% del capitale è di Raffaella Monza, il 90% del marito Massimo Vanzulli, il cui nome figura anche come amministratore delegato della Erga dove Sparatore occupa il ruolo di semplice consigliere. Della Galt è consigliere un amico strettissimo di Vanzulli che si chiama Oreste Ceriani, il quale vive a Turate nel Comasco.
Massimo Vanzulli
Presidente e amministratore delegato è Vanzulli. La Galt nasce nel 2006 da un trasferimento d’impresa da parte della Fiera Milano con la quale a trattare la cessione è una società chiamata Kaleidos che fa capo a Vanzulli e Ceriani, il primo come presidente e il secondo come amministratore delegato. Prima di entrare nel vivo delle sorprese occorre a questo punto completare lo scacchiere.
Una sede secondaria della Galt risulta a Parabiago, nel Milanese, in Via Unione 2, allo stesso indirizzo del Gruppo Ferrovie Nord Milano del quale fa parte anche la Kaleidos ed è partecipato dalla Regione Lombardia. In Via Unione 2 a Parabiago ha anche sede la Sems, partecipata al 68,5% dalla Regione Lombardia e al 31,5% proprio dalla Kaleidos, che presto figurerà nella composizione societaria della Sems come Galt. Del Cda della Sems (che si occupa di car sharing) fa parte Gaetano Giussani, fratello del fondatore di Comunione e Liberazione, e amministratore delegato è Vanzulli, che è anche presidente della Compagnia delle opere di Saronno, dove milita pure Ceriani. La Compagnia delle opere è il braccio finanziario di Comunione e Liberazione, la sua banca investitrice. Con Gaetano Giussani, la Compagnia delle opere e la Sems ha rapporti anche Giulio Giuseppe Lampada, trapiantato da Reggio Calabria a Milano come emissario in terra di affari del clan ‘ndranghetista dei Condello. Vanzulli e Ceriani si trovano in questo giro quando operano nella Kaleidos di cui la Galt è emanazione, non solo perché è stata la Kaleidos a concludere con Fiera Milano la cessione e perché la Galt risulta nella visura camerale della Sems. ma anche per due altre ragioni: uguale è il codice fiscale della Galt e della Kaleidos (02401650128) e inequivocabile è l’indirizzo di posta elettronica certificata della Galt. kaleidos@pec.kaleidosgroup.com.
E ora le sorprese. Nel marzo 2012 la Kaleidos, ritenuta vicinissima alla Compagnia delle opere, finisce coinvolta in un’inchiesta con sedici arrestati su un giro di appalti per circa dodici milioni di euro che viene ricondotto alla Aler, l’azienda che gestisce l’edilizia residenziale in Lombardia. L’inchiesta parte da un’intercettazione telefonica di Oreste Ceriani che dice di temere per le sorti di Formigoni, allora presidente della Regione e leader riconosciuto di Comunione e Liberazione. Nel gennaio 2013 Vanzulli e Ceriani vengono arrestati per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito della stessa inchiesta. Viene accertato che per ogni automezzo noleggiato la Ferrovie Nord Milano paga una tangente sotto forma di provvigione che va alla Kaleidos per un totale di 500 mila euro. Dirà Vanzulli ai magistrati che gli contesteranno oltre 150 mila email scambiate per favorire gli affari più disparati, senza timore di essere scoperto, a nome della potente Compagnia delle opere. “Vincevo gli appalti perché erano tutti di CL come me”. La Kaleidos ha fatto di più per la Sems: le ha affittato a Soronno un ufficio di 83 merti quadri per il quale in cinque anni Ferrovie Nord Milano ha pagato 7 mila 900 euro netti al mese. Non solo. Kaleidos offriva anche le cene di Natale per i dipendenti Sems, qualcosa come 400 euro a persona che sborsava sempre Ferrovie Nord Milano: in quattro anni un milione 320 mila euro andati nelle casse della società vicinissima a Comunione e Liberazione, diventata Galt e oggi socio di maggioranza della Erga che gestisce i beni culturali del Comune di Siracusa.
Scriveva il Gip che indagava sulla Kaleidos: “Deve necessariamente essere evidenziato come più d’uno tra i referenti delle stazioni appaltanti che hanno colluso con la Kaleidos sono risultati inseriti negli stessi ambienti di Comunione e Liberazione/Compagnia delle opere”.
Lo stesso Gip non escludeva che l’attività delittuosa della Kaleidos fosse ancora attiva al momento della conclusione dell’inchiesta. Dopo la quale la Kaleidos, che ha cambiato il nome in Galt, ma è rimasta la stessa società, avendo solo trasferito la sede da Saronno a Gerenzano, opera cercando di allontanarsi dalla Lombardia di Formigoni. E arriva a Siracusa. Del 14 marzo 2014, appena un anno dopo l’arresto di Vanzulli e Ceriani, è la costituzione della Erga nella quale la Galt detiene quasi il 45% delle quote societarie e Vanzulli occupa il posto di amministratore delegato.
La sua patente di ciellino gli ha forse giovato, al di là dei suoi rovesci giudiziari, per avere l’appalto della gestione di ben quattro siti culturali comunali? Ha fatto qualcosa in suo aiuto la Curia che a un socio della Erga, la Kairos, ha già affidato in gestione i propri siti turistici? La Giunta Garozzo e adesso quella Italia sono state a conoscenza dei trascorsi e delle origini della Erga nonché delle vicissitudini di Massimo Vanzulli che della Erga è il principale esponente? L’incredibile fretta con cui è stata firmata la convenzione con la Erga è in qualche modo dipendente dalla difficile e imbarazzante condizione nella quale la società siracusana si è presentata e proposta? E quali reali rapporti legano Sparatore e Jansiti a Vanzulli oltre la grande fede cattolica, la militanza in Comunione e Liberazione e la fiducia nella Provvidenza divina che sempre soccorre sia gli audaci che i peccatori?

giovedì 31 maggio 2018

Jean-Claude Juncker

Dice che gli Italiani devono lavorare di più,devono essere più seri e meno corrotti!
Ma sapete chi è veramente questo mezzo uomo?
"Jean-Claude Juncker annuncia le sue dimissioni dal governo del Lussemburgo l'11 luglio 2013, a seguito di uno scandalo riguardante i servizi di intelligence, accusato di aver costituito una vera e propria polizia politica segreta e di aver schedato illegalmente centinaia di migliaia di cittadini"

"Ha destato scalpore un'inchiesta giornalistica condotta dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti investigativi (ICIJ), definita dai media internazionali Luxembourg Leaks o LuxLeaks, che ha pubblicato nel novembre 2014 i nomi di oltre trecento aziende multinazionali direttamente coinvolte nelle decisioni fiscali prese tra il 2002 e il 2010 dall'allora governo lussemburghese da lui presieduto, che avrebbero consentito accordi fortemente vantaggiosi per queste ultime sui prezzi di trasferimento globale, e collegati con speciali direttive dell'Unione europea che interessano il regime fiscale del Lussemburgo. Le rivelazioni hanno attirato l'attenzione internazionale e messo in luce speciali meccanismi di elusione fiscale elaborati e portati avanti dal Lussemburgo."
E vuole farci la morale????